MARCHESA OPINIONISTA: l'Amore, le Relazioni e altri Disastri..

Uh che argomentone oggi, parliamo di amore, relazioni, coppie e  disastri connessi.
Facciamo un po’ di statistica, quante sono le coppie veramente , non dico felici, ma contente di stare insieme, quante durano anni , quante non si tradiscono, quante non si soffocano in un conflitto più o meno sotterraneo? Quante funzionano?
Ovunque giri il naso, sulle riviste, sui social soprattutto, trovi litri e litri di frasi ridondanti, piene di sentimento e saggezza che parlano dell’immortalità dell’amore, della naturalezza dell’amore , della bellezza dell’amore, dell’ineluttabilità dell’amore.
Guardiamo i fatti, i divorzi aumentano, le coppie durano come un pacchetto di patatine e se durano, spesso hanno dei conflitti interni belli pesi. Trovare persone che insieme funzionano davvero è sempre meno frequente.
Segno dei tempi? Non saprei, certo ai tempi dei miei genitori, ci si sposava e si stava insieme una vita, un po’ per convenzione, un po’ perché forse quella generazione aveva capito che bisogna imparare ad amare e accettare i difetti del partner, un po’ perché era semplicemente impensabile cambiare marito o moglie.. Certo ci sono state coppie che hanno continuato a stare insieme una vita dentro ad un inferno e sicuramente non è un modello imitabile. Ma almeno si aveva un certo pudore nel parlare di sentimenti, una certa eleganza di fondo. Oggi si sparano enormi perle di saggezza e poi, nella realtà, ci si massacra allegramente.
Và ricordato che il concetto di amore diffuso orizzontalmente, è un segno culturale relativamente recente, nel 700, nel 600, ma anche fino ai primi del 900, solo i nobili si permettevano questo lusso. Il popolo pensava ad accasarsi e a trovare il modo migliore per costruire nuclei familiari dove si potesse mangiare tutti i giorni.
Oggi l’amore è a disposizione di tutti eppure funziona sempre meno.
Ma non è che le premesse di fondo sono sbagliate?! Un ideale inculcato fin dall’infanzia che non risponde alla realtà?
Parliamo di sesso e tradimento, una delle cause principali di rottura. Ma onestamente, voi davvero pensate di trombare (scusate il francesismo) per tutta la vita sempre e solo con la stessa persona?
Eh.. la passione passa, appunto, non c’è scampo, tu giri per strada ed è una continua sollecitazione, a volte ti prende proprio la fregola e lo fai. Tradisci e fin qui va bene, è umano o almeno penso che lo sia, il peggio è che poi, roso dai sensi di colpa, lo confessi! Che idea calvinista della vita. Sarà anche un fatto culturale, comunque il tradimento FA’ MALE, soprattutto a chi lo riceve. Anzi quasi esclusivamente a chi lo riceve. Quindi tu, prima  ti infiocini un altro/altra, sapendo benissimo cosa stai facendo e poi siccome non  ne reggi il peso, lo butti sulle spalle del partner, il quale starà malissimo e quasi sicuramente sarà una di quelle cose da turbinio di menate di coppia per almeno due o tre anni, se non la rottura. “Eh ma almeno sono stato onesto, l’onesta in una coppia è tutto!”
No non sei stato onesto, sei stato uno stronzo. Ma questa storia dell’onestà a tutti i costi non è una minchiata galattica? Io credo che in un contesto sociale, non si può dire tutto, nemmeno al nostro amato partner, perché i casi sono due, O NON LO FAI, O NON LO DICI, e se lo fai , lo nascondi così bene, che il partner non se ne accorga. Almeno non farlo soffrire no?
A meno che non ti innamori di un altro.. allora devi dirlo al più presto possibile.
Quindi, questo è il primo problema, la tensione sessuale che cala, col tempo e inevitabilmente, quindi come si fa? Ho visto le più svariate soluzioni, più o meno funzionali, soprattutto nelle coppie Gay che vado ad elencare:
  1.            Ci si tradisce, ogni tanto ma non lo si dice, solo sesso, l’altro lo immagina ma si vive un po’ sul non detto e devo dire che forse questa è la soluzione che ho visto funzionare di più. Sicuramente un po’ ipocrita, ma funzionale.
  2.            Si fa la coppia aperta, si và con altri e ce lo si dice, questa è più rischiosa, spessa uno dei due, ci dà più dentro e l’altro un po’ ci soffre. Funziona più raramente, si deve avere alle spalle una solida struttura, altrimenti e inevitabilmente la gelosia prende il sopravvento. Spesso succede che il partner che si dà meno da fare, inizia a darsi da fare anche lui e l’altro, quello che la dava via generosamente, impazzisce di gelosia. La coppia si sfascia, prima o poi. In casi rari l’ho vista funzionare, però capita.
  3.           Si fa la coppia aperta, ma solo insieme, cioè si condivide un terzo o quarto (o più), ma solo rigorosamente insieme. Questa è più diffusa di quanto si creda, ma anche qui rischiosa, bisogna essere molto solidi, altrimenti vedere il proprio partner che si dà da fare con altri, può risultare insopportabile. L’inconveniente che più spesso si presenta con questa soluzione, è che la coppia diventa dipendente dagli altri e non è più capace di avere una sessualità all' interno della coppia stessa.
  4.             Si continua a fare la coppia monogama ma con dentro un tarlo di insoddisfazione e di malumore che può sfociare in una rottura oppure in una guerra sotterranea lunghissima e davvero sfinente.

Insomma qualsiasi soluzione si trovi, può funzionare o meno, in base ai caratteri dei partecipanti, ma certo tutte le soluzioni non possono prescindere da una solidità del “Contratto”, del legame che c’è tra due persone, se questo è solido, qualsiasi sia la forma adottata, la coppia funziona, può durare. Ne ho viste.
Io personalmente le ho sperimentate tutte e posto che coi miei fidanzati il calo del desiderio non c’è mai stato, (però la mia massima durata è 7 anni per due relazione… ehh la famosa crisi del settimo anno, con me non fa sconti), i motivi di rottura e di massacro reciproco sono sempre stati altri.
Quindi il sesso è solo uno dei problemi, abbiamo secondo me un problema più tosto, le proiezioni, cioè il proiettare sul partner le proprie frustrazioni, i propri modelli, il proprio gusto, senza vedere cosa è davvero l’altro e rompendogli le palle perché non aderisce a queste proiezioni. Ma scusa genio pontieri, non avevi visto con chi ti fidanzavi? E adesso lo vuoi cambiare, ma cambia fidanzato, fai prima e meno fatica. Eh si.. mi è capitato anche questo, un anno con un fidanzato che passava il tempo a dirmi quanto ero sbagliato.
In effetti io ero sbagliato, perché l’ho sopportato per un anno invece di mandarlo a cagare e so perché l’ho fatto, in quel periodo non riuscivo a stare da solo. Però che rottura di palle, quando all’ultima discussione gli ho detto “Sai che c’è, ho appena scoperto che sei tu che non vai bene per me!”, apriti cielo, si è un filo incazzato, non se l’aspettava, però una volta liberato, mi sono accorto che da solo ci potevo stare benissimo.
E qui abbiamo un altro enorme problema, spesso ci si fidanza o ci si sposa per il terrore di stare soli, ho visto uomini e donne stare anni con  dei benemeriti stronzi che li trattavano in un modo indegno e questi pur di non restare soli, accettavano di tutto.
Stare soli è difficile, diciamolo pure, ma stare in compagnia male è pure peggio.
In realtà, non è che uno sceglie di diventare single, può farlo per un certo periodo preso da altre cose o perché è stato scottato da poco, ma poi è uno stato mutevole. Ne ho visti troppi a dire, “ah io di fidanzarmi basta, sto bene da solo!” e poi dopo un mese incontrare qualcuno che gli fa perdere la testa e subito diventare “Fidanzatino di Peynet” (Peynet è un disegnatore Francese di coppiette in atteggiamenti melensi, una cosa tipo mangiarsi cucchiaiate di zucchero, ebbe una grande notorietà negli anni 60/70, circa).
La verità è che stare insieme è difficile, soprattutto sulle lunghe distanze, il desiderio sessuale cala, la vita porta i suoi problemi pratici, il lavoro, i soldi, il mutuo, le pulizie di casa, il vedere il proprio amore che si sveglia la mattina con l’alito radioattivo, gli occhi cisposi e il vaffanculo pronto a scattare.
A me la mattina è meglio che non mi si parli troppo, le litigate più feroci io le ho fatte al mattino, prima del caffè, se un uomo mi ama al mattino, mi porta il caffè e dice buongiorno, ogni discussione è rimandata a sera che è meglio. Perché a sera io ho l’ironia, i filtri, l’intelligenza e so essere civile, al mattino sto primitivo.
Ma non credete che lo stare insieme, il condividere un progetto, un pezzo di vita insieme, sia proprio questo? Contemplare i lati b della situazione, prevedere, discussioni e incomprensioni, nonché qualche tradimento? senza uscirne distrutti, soprattutto dai problemi economici e di salute.
Eh si.. i soldi sono un altro bel problemone, non è elegante parlarne, ma così è. Caso tipo, uno dei due resta senza lavoro e comincia a sentirsi una merda socialmente, l’altro all’inizio è tutto un “non preoccuparti ci sono io”, ma poi col tempo inizia a detestare l’altro, perché si dà poco da fare, perché sente il peso di tutto sulle spalle e la stima per il partner comincia a scendere. Il licenziato nel contempo comincia a odiare a sua volta.. ha invidia del lavoro dell’altro, della sua autonomia e del fatto di dipendere da lui.
Ci vuole davvero tanto amore per superare situazioni simili, ma ci volete scommettere che io non abbia provato anche questa, e da tutti e due i lati del teorema? Ne parlo con una certa cognizione di causa, quindi.
Ecco: l’indipendenza economica è una precondizione fondamentale, non fatevi fottere dall’idea che l’importante è l’amore e non chi porta a casa i soldi, è una solenne stronzata, anche perché quando rimani “piantato” dal tuo amore e non hai nemmeno uno straccio di lavoro a tenere alta la tua autostima, è davvero dura e passi le giornate a dirti: “pirla.. pirla.. pirla, altro che fare le pulizie di casa!”
Ma  oso dire che ancora prima dell’amore è più importante la stima, eh si la stima, la stima per chi si ama, se non lo stimi più, dopo che hai conosciuto i suoi lati B, scappa a gambe levate, non è nemmeno più amore.
Quindi, a mio modesto parere, la verità è:
quando una coppia riesce a trovare un pur precario equilibrio, quando riesce a cavarsela, più o meno senza massacrarsi, con una certa serenità di fondo, è già un enorme successo.
Vi garantisco una cosa, con l’età la parte romantica assume davvero un importanza relativa, in fondo quei due o tre anni di esaltazione dei sensi e di ottenebrazione del cervello, poi passa, si sa, ed è lì secondo me che inizia l’amore, una coppia funziona tanto quanto non ha bisogno di dimostrarlo al mondo, e arriva ad una serenità di fondo. Una relazione funziona tanto quanto i suoi componenti non hanno bisogno di avere qualcuno vicino a se a tutti i costi, ma soprattutto sanno stare bene anche da soli.
Perché forse, il segreto è tutto qui, banale e retorico quanto volete, stare bene prima di tutto soli, psicologicamnete stabili, senza proiettare troppo sull’altro, potendo guardare con un certo filo di distacco, quello che dell’altro non ci piace ed imparare ad amarlo.
Resta comunque il fatto che mettersi in una relazione era, è e sarà sempre un gran troiaio, facciamocene una ragione.

La Marchesa

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Commenti

  1. Urca, un dipinto a tinte... realistiche.
    Mi sono ritrovato in moltissime righe, sia esaltanti che meno. Sono sostanzialmente d'accordo. Ma trovo anche che, appunto, non esiste un modello, esiste la propria capacità di volere essere dentro o di "adattarsi" (nell'accezione positiva del termine) a una delle situazioni che meno ci sembra ci facciano uscire frustrati da qualcosa che dovrebbe essere la quintessenza della bellezza e che a volte finisce per essere il suo esatto contrario.
    Saluti.

    Paolo

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  2. Dovrebbe essere semplice e non lo è. E' sempre così... complicato.
    Cerco di essere onesto quando scrivo.. ecco il realismo.
    Grazie, comunque..

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