OPINIONI: Perché non guardo Sanremo
“Ma come, non guardi Sanremo e ci scrivi sopra un post? Non è che in realtà lo stai sfruttando semplicemente per aumentare le visite sul blog?”
Questa è la domanda che mi sono posto subito, mentre pensavo a questo articolo, in realtà e in tutta onestà, io volevo semplicemente ignorarlo e proseguire per la mia strada, ma è stato impossibile, E’ SANREMO CHE HA INSEGUITO ME e non potevo non rispondere a quella che considero un’invasione perniciosa del mio mondo. Aprivo twitter e un twit su tre parlava di SanRemo, idem Face Book e via così.. insomma non è che potevo subire in silenzio, quindi ho pensato di dire la mia.. caro Sanremo mi stai sulle balle hai invaso una settimana della mia vita, quando io volevo starmene solo il più distante possibile da te, quindi adesso ti becchi il cazziatone!
La seconda domanda che mi sono posto è stata se per caso non fossi il solito snob che si fa lustro nel parlare male di San Remo, senza nemmeno ascoltare le canzoni. In realtà qualche canzone l’ho ascoltata sulla rete e devo dire che… a me Sanremo, fa proprio schifo, la musica è noiosa, lo spettacolo è noioso, i pezzi sono di una banalità sconcertante, gli arrangiamenti e i testi sono gli stessi da trent’anni, quando penso alla musica e ai musicisti che ascolto in rete e alla qualità che gira, quello che passa li fa proprio schifo, senza se e senza ma, certo qualche pezzo buono ci sta, ma posso seguire due ore di programma per cinque giorni dove ci sono 6/7 minuti di musica buona? No non posso. Lasciamo stare trucco parrucco e scenografie..
Ma io un tempo lo guardavo, cosa è cambiato da allora?
In realtà poco, forse all’epoca essendo giovane, avevo più pazienza e pur di ascoltarmi i miei beniamini, che alla fine erano Patty Pravo, i Matia Bazar, Garbo e pochi altri, mi sorbivo quelle due ore di banalità e mi annoiavo lo stesso. Adesso non sono più disposto e per ascoltare i brani che mi interessano aspetto che passino in rete, tutto qui. Ma la noia era la stessa.
Certo qualche anno l’ho guardato con gli amici ed era discretamente divertente massacrare, canzoni trucco e parrucco più le scenografie, i presentatori e le vallette, ma ora non mi diverte neppure quello. Certo anni fa Sanremo faceva il 70% di Share, le case discografiche guadagnavano mucchi di soldi vendendo i cd ad un prezzo da strozzinaggio, intorno a 40 mila delle vecchie lire, se non ricordo male, altri tempi. Oggi si fa il 52% e tutti a gridare al miracolo e a scrivere una minchiatona del tipo: "ah ma allora Sanremo e la tv hanno ancora una funzione di socializzazione!"
Si certo! Lo volete sapere perché tante, tantissime persone lo hanno guardato? Per poter parlare male e sparare veleno appunto su canzoni, trucco, parrucco, vallette e via discorrendo. Su dieci commenti che leggevo sui social, otto erano di spregio e anche cattivissimo! Eccola la funzione sociale.
Certo alle case discografiche e alla Rai poco gliene fotte se se ne parla bene o male, l’importante è che arrivino gli inserzionisti e che si vendano i brani, magari sulle piattaforme digitali e ad un prezzo che è meno della metà di allora. Altri tempi appunto, ma allora?
Sugli inserzionisti non ho dubbi, buon per la Rai, sulla vendita di dischi qualche dubbio ce l’ho!
Ma sinceramente voi lo spendereste anche solo un euro per comprarvi il VOLO?
Ma la domanda che mi sorge spontanea e che mi faccio da più di vent’anni, ma perché sempre e solo musica così noiosa! ?
E già lo vedo l’occhietto da furetto del discografico che mi dice, per vendere di più, perché gli italiani vogliono musica facile, melodica e riconoscibile!
Quindi l’equazione è: popolare = facile e banale?
Eh certo! Se sono trent’anni che offri agli italiani merda, alla fine quella merda agli italiani, sembra profumata. Però se la memoria non mi tradisce spesso popolare in passato ha fatto il paio con capolavoro, non devo ricordare Mina o Battisti, ma se vogliamo andare ancora più sul classico Domenico Modugno. Quindi è storicamente provato che popolare e che vende, non deve per forza significare palloso come masticare i sassi.
Quindi qualcuno qui sta truccando le carte e quel qualcuno sono le case discografiche, che non fanno più il proprio mestiere, cioè scoprire nuovi talenti e proporli al pubblico, guadagnandoci e facendo guadagnare anche gli artisti, adesso la mission è diventata guadagnare più soldi possibili col minimo sforzo possibile, cioè vendendo noia rassicurante. Cioè rischio zero, guadagno cento.
Ma secondo voi una matta come Amy Whinehouse, (pace all’ anima sua) i discografici italiani se la sarebbero mai cagata!?
Eppure è stata un successo strepitoso.. ah già, ma li siamo in Inghilterra! E probabilmente li, i discografici rischiano, ma scoprono e poi guadagnano!
Estendo ancora il ragionamento, io ho aperto il blog circa un anno e mezzo fa, in un anno e mezzo, semplicemente girando un po’ per la rete ho conosciuto: 3 fotografi, due scrittrici, uno scrittore e in campo musicale, un cantautore, ROBERTO MICHELANGELO GIORDI e un duo pop elettronico Italo/Belga, i MISS O capitanato da ODETTE BIANCHINI.
Parlando degli ultimi due che sono musicisti e sono in tema con l’argomento, sono bravissimi, ma bravi davvero, LA LORO MUSICA E’ PIUTTOSTO MELODICA e si ascolta volentieri, solo che sono originali, gli arrangiamenti sono raffinati, la loro musica è piena di riferimenti culturali, hanno voci splendide, sono artisti, sono professionisti e rispetto ai brani che ho sentito provenire da Sanremo stanno dieci spanne sopra.
Sono certo, certissimo che con adeguata promozione e supporto logistico che una strutturata casa discografica potrebbe dargli, sarebbero in grado di fare buoni numeri di vendita. Io non sono nessuno, ma musicalmente ho gusto e orecchio e allora mi chiedo, ma che cazzo fanno negli uffici delle major? Le canne a guardarsi l’ombelico o a spulciare dai talent per trovare dei polli da batteria, magari con belle voci, ma zero personalità, da plasmare verso il basso della qualità? Che faranno un paio di dischi, che venderanno un paio di stagioni e poi andranno a ingrossare le file tra i clienti degli analisti?
A me sfugge il senso, in più oggi la rete ha disintegrato il mercato discografico, lo ha frammentato e reso molto meno redditizio, perché come ha dichiarato Odette Bianchini quando l’abbiamo intervistata, un’artista oggi deve essere disposto a cedere una parte del suo contenuto gratuitamente, se vuole farsi conoscere. Però c’è anche un’altra verità e non credo di essere l’unico a farlo, io gli artisti che amo davvero li compro, i Miss O e il Giordi li ho comprati in rete, così come faccio per ogni nuovo progetto di Bjork, perché siccome amo il loro lavoro, spendere pochi euro per avere i loro pezzi in alta qualità mi sembra vantaggioso soprattutto per me, perché la musica che amo la voglio ascoltare bene. Certo, per altri che amo meno magari mi accontento del suono un po’ schifoso che ricavo dai video di Youtube con i programmini appositi, ma questo è la stessa cosa che facevo quando non esisteva la rete, compravo i dischi che amavo davvero, copiavo quella che amavo meno sulle musicassette dai dischi di amici e conoscenti.
Quindi case discografiche rassegnatevi i guadagni che facevate negli anni 80 ve li potete sognare e senza essere un esperto, credo che la strada per riappropiarvi della vostra funzione e degli incassi sia ammettere che la rete esiste e va sfruttata e che forse la strada è puntare sui mercati di nicchia, sui mille rivoli di gusti e di sonorità che ha creato. Sostenere gli artisti che la rete mostra, non vi farà vendere come un disco di Vasco Rossi, ma tanti artisti sostenuti (e la rete se ha abbassato gli incassi, ha anche abbassato drasticamente i costi di produzione e promozione), credo che possano fare la differenza.
Ma appunto sono idee, le mie, che non sono un esperto, ma proprio balenghe del tutto non mi sembrano.
Sono convinto che vi sia in questo paese e in tutti i campi una resistenza al cambiamento, una difesa ad oltranza di rendite di posizioni inqualificabili, soprattutto in campo artistico, con effetti grotteschi sulla qualità offerta. Quindi invece di tentare costantemente di influenzare le leggi sul diritto d’autore inasprendole oltre ogni logica, soprattutto considerando che il legislatore attuale riesce a partorire tali mostruosità da far accapponare la pelle, sforzatevi di sfruttare al meglio i mezzi che le nuove tecnologie vi mettono a disposizione che associati alla vostra capacità organizzativa e mediatica potrebbe fare bene a tutti, a voi in primis, agli artisti e al pubblico che così magari potrà provare l’ineffabile piacere di ascoltare musica di buona qualità.
Quindi io non guardo San Remo per tutti questi motivi, ma tornerò a guardarlo il giorno che ci vedrò cantare Roberto Michelangelo Giordi tra gli italiani e i Miss O tra gli ospiti internazionali, ma me lo guarderò tutto proprio, compreso la pubblicità, promesso…
LaMarchesa13
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