OPINIONI: IL CONCERTO DI GIORDI ALLA SALUMERIA DELLA MUSICA, ovvero perchè bisogna ascoltare la musica dal vivo

Non avevo previsto di scrivere un articoletto sul concerto a cui ho assistito l’altra sera, di ROBERTO MICHELANGELO GIORDI alla SALUMERIA DELLA MUSICA di Milano, ma dopo aver visto e aver ascoltato mi è venuto in mente di botto, mentre guidavo per tornare a casa.
Il Giordi lo seguiamo su questo blog da un po’ di tempo e la sua bravura, la sua creatività ci sono molto chiare e quando possiamo nel nostro piccolo cerchiamo di promuoverlo, ma non immaginavo che fosse COSÌ BRAVO.
Assistere a quel concerto mi ha fatto ricordare del perché è fondamentale spegnere tv e pc ogni tanto e andare ad  ascoltare i musicisti che ci piacciono dal vivo, perché capisci tremila cose che da un brano su cd o scaricato puoi solo pallidamente intuire: che persona è, che artista è, come vive e trasmette la musica, come si rapporta col pubblico, con che musicisti lavora e come ci lavora.
Non starò qui a parlar male delle case discografiche e della loro cecità e della perdita della loro missione fondamentale che non è solo quella di fare soldi, perché l’ ho già fatto con l’articolo sul Festival diSanremo, questo articolo è piuttosto un tributo alla bravura di un’artista davvero ispirato.
Già lo avevo intuito quando lo abbiamo intervistato qualche giorno prima del concerto (Clicca QUI per vedere l’intervista), persona squisita, disponibile, gentile, ma con un intelligenza umana e musicale davvero notevole. Quando parla di musica lo fa con una semplicità assoluta, ma si vede benissimo che sa di cosa parla, ti incanta e ti lascia qualcosa in eredità. Insomma è un uomo gentile e colto ma che non se la tira per niente e questo conferma una teoria che ho sviluppato col tempo, quelli bravi davvero, non se la tirano, non ne hanno bisogno, non devono dimostrare niente, perché SONO.
L’altra sera quando ha iniziato a cantare GLI AMANTI DI MAGRITTE a me si è aperta una voragine di emozioni che non ha fatto altro che crescere per tutto il concerto. Mi ha emozionato, persino troppo e consentitemi questo strano paragone, ma in alcuni momenti sono quasi arrivato alle lacrime per l’emozione e questo mi è capitato solo una volta tanti anni fa ascoltando MICHEAL NYMAN con un quartetto d’archi.
Tra l’altro ha suonato con dei musicisti di una bravura eccezionale, tutti, in particolare ha dato prova di virtuosismi inarrivabili il tastierista. 
Comunque la più grande sorpresa è stata la voce del Giordi, a parte che tocca estensioni notevoli, ha una gamma di suoni così ricca, calda e potente che ti stravolge. Certo io non sono un professionista e magari non ho l’orecchio per cogliere tutte le sfumature ed eventuali errori, ma proprio io non ne ho sentiti e nemmeno da parte della band, impeccabili. Forse, ma si tratta proprio di cercare il pelo nell’uovo, ci sono stati due momenti in cui la musica ha coperto la voce, ma per 3 secondi, appunto, giusto per voler cercare qualcosa di storto.
Bravissimo nel proporre anche brani di lavori precedenti, come i BARBARI e di alternare brani più energici, con quelli più intimisti, perché ha dato un bel ritmo alla serata. Il duetto con Amelie, cantautrice Milanese, stretta in un delizioso abitino a palloncino è stato davvero brioso e fresco.
Il modo in cui il Giordi sta sul palco può essere definito con un’apparente paradosso, timidezza spavalda, è padrone del palco, essenziale nei movimenti e nelle parole, quando parla col pubblico e presenta i brani, è simpatico, semplice, quasi umile, a tratti timido, adorabile insomma. Poi spara questi sorrisi che ti stendono.
Testi meravigliosi, ispirati poetici, intimi e nello stesso tempo calati nella realtà, uno scivolamento continuo tra leggerezza e forza. Complimenti ad Alessandro Helman e al Giordi stesso perché i testi del nuovo disco, sono davvero bellissimi.
Tra la mia personale top ten ci metto I BARBARI, per la strepitosa energia del pezzo, IL VECCHIO E IL MARE, un ‘omaggio a Hemingway, dove il Giordi ha toccato estensioni che levati e poi D’AMORE MARIÙ, un pezzo di De Sica degli anni trenta, riscritto in modo nuovo, secondo me un piccolo capolavoro.
Insomma Giordi, lo diciamo pubblicamente, grazie per la musica che fai, grazie per la persona gentile che sei, grazie per averci concesso l’intervista, grazie per il modo splendido con cui hai sempre interagito con noi, ma soprattutto grazie di essere Giordi…  resta così, perché quando uno è bravo, è bravo punto.
Poi pensi a che musica passa in tv e in radio..
LaMarchesa13

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