OPINIONI: La cattiveria dei Social
Una nota politica dichiara di essere guarita dal tumore e in rete esplodono commenti dove il più carino diceva, in sostanza che questi politici gli va sempre bene e non crepano mai, un altro l’accusa di essere un’assassina per la sua posizione favorevole all’aborto e quindi meritava di morire
Due volontarie vengono rapite in un paese mediorientale e in rete le danno delle bimbeminkia, piene di soldi, bisognava non pagare e lasciarle in mano ai rapitori. Cazzi loro.
Non parliamo dei migranti, dove si inventano privilegi inesistenti e soldi regalati dallo Stato a nostre spese, più soluzioni radicali tipo sparare ai barconi. Fermo restando che l’immigrazione senza criterio è un problema serio, perché crea sacche di disagio sociale, gli italiani invece di incazzarsi con i politici, che come ha dimostrato le vicende di corruzione a Roma, si ingrassavano con i campi Rom e i progetti ad essi collegati e che non affrontano i problemi con intelligenza e quel minimo di raziocinio che sarebbe richiesto da situazioni incasinate come queste, gli italiani pensano di sparare ai barconi. E’ come se io avessi una malattia grave, il mio medico mi da le cure sbagliate e io mi incazzo con la malattia.
Un amico di Fb posta una foto di una modella, come si dice adesso “Curvy”, cioè abbondantemente sovrappeso, famosa e ben pagata, commentandola con un “è bella” e partono commenti allucinanti, soprattutto (è questo è l’aspetto più allucinante ancora) da donne che nel migliore dei casi puntano il dito dicendo che andrà incontro a problemi di salute.. eh non si fa. Certo tu invece che magari sei solo leggermente sovrappeso credi che non avrai problemi di salute, sei poi così sicura che fai tutto per benino? Poi magari si scopre che ti scofani un vasetto di nutella alla settimana.
Insomma dove è finito uno dei migliori insegnamenti legati alla nostra cultura religiosa, quel famoso “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, oppure non “guardare la pagliuzza nell’occhio altrui senza vedere la trave che c’è nel tuo”?
Io mi domando come si faccia, protetti dall’anonimato del computer a scrivere auguri di morte e di violenza, o di spregio pesantissimi, senza pensare minimamente che potrebbe capitare anche a te, che per ragioni “x”, nel giro di due anni metti su 40 Kg. e diventi obesa, oppure sei costretto ad emigrare in altro paese europeo per lavorare, tipo la Germania e ti trattano di merda.
Io credo che il potere quando riesce a far odiare a un gruppo sociale disagiato un altro gruppo che sta pure peggio, è riuscito in uno dei suoi migliori capolavori di controllo sociale. “Si.. tu italiano medio cialtrone, odia pure i rom, intanto mi eleggi, io non solo non risolvo il problema immigrazione, anzi manco ci provo, ma intanto mi incollo alla poltrona e inizio pure a fregarti i tuoi soldi perché sono schifosamente corrotto, basta che ogni tanto vado in tv dicendo che i problemi del paese sono i rom o concedere il matrimonio ai gay.”
Resta comunque il mistero del perché i social tirano fuori il peggio di noi.
Giusto ieri ho visto il post su fb di una starlettina che andò qualche anno fa, all’isola dei cret… ehm famosi, e ora pare si sia data al porno, anche se non ho ben capito come e perchè, non che mi interessi molto, ringraziava qualcuno, una di quelle cose che di norma classifico come noiose e bypasso in 10 secondi, ma poi mi scappa l’occhio e leggo i commenti, scritti soprattutto da uomini, giuro io mi vanto di non scandalizzarmi e farmi turbare più da niente, ebbene erano così rivoltanti, cattivi, beceri e di una violenza inaudita che credetemi ci sono stato male, ero proprio a disagio.
Cerco di immaginarmi gli uomini che hanno scritto quelle cose, presumo siano uomini normali, alcuni magari sposati o giovani, fidanzati, scolarità bassa, lavoro non soddisfacente, vita mediocre e sessualità inespressa e totalmente frustrata. Potrebbe essere, potrebbe spiegare, ma io non sono uno psicologo, oppure magari sono professionisti con laurea che di giorno sono tutti perfettini e di sera davanti al pc, protetti dallo schermo sparano sto veleno.
Che la massa sia cattiva, lo dice la storia, nel passato si facevano le esecuzioni in piazza e il popolo andava a guardare, bambini compresi e inneggiava e godeva, ma oggi siamo in una società differente, che si vorrebbe più civile. Certo, io l’ho scritto più volte, 30 anni di questa televisione di questi politici, provate a ricordare: i litigi, i “capra”, il fatto di dire quello che gli pareva, sparando a zero su chiunque, anche usando un linguaggio non solo violento ma anche proprio volgare, le risse, i telegiornali e i giornali che girano le informazioni a piacimento, secondo il tornaconto e il potente di turno, che cercano sempre il casus belli, che sfrucugliano negli istinti più bassi, che diffamano o nel migliore dei casi male informano, che vanno a inquadrare i tricicli e i citofoni se muore un bambino, che vanno a chiedere a madri affrante che hanno saputo da mezz’ora circa che il figlio è morto un “come si sente”.
Insomma se un giorno si e uno no, qualcuno, un politico, un attivista o un giornalista, spara a zero su categorie sociali deboli o semplicemente minoritarie, volete che prima o poi qualche genio non si senta autorizzato a prendere una mazza da baseball a scendere in strada a raddrizzare un po’ le cose e infatti accade. Figurarsi a scrivere cattiverie ad alzo zero, protetti dallo schermo di un computer o di uno smartphone.
Va bene, appurato che media e classe politica hanno influenzato questa abitudine carina, resta sempre il fatto che io non riesco a comprendere come si faccia a scrivere certe cose.
I pensieri cattivi e violenti ci stanno in tutti, questo è un fatto, ma a domande come queste, la prima cosa che penso è “ma tu come ti comporti? Tu li hai questi pensieri?”.
Si li ho, ma non li agisco, perché feriscono, perché mi dispiacerebbe se li dicessero a me, perché mi hanno insegnato l’educazione, perché odio le persone che dicono sempre quello che pensano, passandolo come un vanto di onestà e poi vanno giù pesantissimi e feriscono, perché trovo più saggia l’ironia o il sarcasmo a volte.
L’uso delle parole è importante, le parole possono essere pietre, io posso dirti che sei un cretino con un minimo di eleganza no? Non è che ti devo tramortire con una clava verbale?
Non se ne esce, i Giapponesi hanno tutta una ritualità di gesti nel sociale, molto rigidi, che partono dal presupposto che la forma è contenuto, è tutto qui, la forma è contenuto. Il MODO in cui si dicono le cose e in cui si fanno le cose è fondamentale in una società complessa. Altrimenti la barbarie è dietro l’angolo, anzi è qui, perché è qui.
La rete è come un luogo pubblico, senza fisicità e come quando sei per strada, se vedi una vestita da zoccola non è che le gridi “zoccola” o se vedi uno obeso non gli gridi “grassone di merda” o almeno, accade, ma non è usuale, MA IN RETE SI! Il che mi dà anche un sapore di vigliaccheria che mi fa ancora più schifo, perché quello non può nemmeno venire li e mollarti uno sganassone, che è il minimo!
Resta comunque da parte mia la non comprensione, quella profonda intendo, diciamo quella psicologica, del perché molte persone riescano a dire e fare certe cose e soprattutto a sparare contro persone e categorie sociali più deboli, o semplicemente diverse, con tale cattiveria (la cosa più inquietante è che quasi sempre sono persone che si dichiarano credenti e ferventi religiosi, guarda un po’!) forse che sparando merda su chi sta peggio di te o semplicemente è diverso da te, tu riesci a sentirti meglio, perché se smerdi un po’ anche gli altri la tua merda sembra puzzare meno?
Non so ma evidentemente c’è molta puzza in giro.
LaMarchesa13
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