OPINIONI: la generazione perduta

Va bene, sono riuscito a tenere fuori l’umanità, che fa schifo, dal mio mondo per qualche tempo, forse una decina di giorni, restando silente e lontano, perso nel mio pensiero e nelle puntate di Spazio 1999, mentre mi attaccavano ai fianchi scene di morte sui barconi e nei camion, promesse probabili come la vita intelligente su Urano, di abbassamenti di tasse (e mi chiedo fino a quando gli italiani ameranno farsi pigliare per il culo in questo modo), NUOVE droghe dal nome Ecstasy (sigh!), sproloqui cattivi su ruspe e migranti, proposte di tassare i gay perché non fanno figli. Ah come amo questo paese e su quante cose potrei sparar cazzate, ma come indicatore della deriva immobilista che attanaglia il nostro paese noto un’arretratezza davvero sconvolgente.
Nel mio viaggio verso La Puglia, ho utilizzato bla bla car, un’ottima idea che sta silenziosamente cambiando il modo di viaggiare degli italiani, una di quelle cose che i nostri preparatissimi amministratori non vedono, o fingono di non vedere, come Uber cioè quando la tecnologia corre ma la legislazione resta indietro, atta a difendere rendite di posizione ormai impraticabili. Invece di rendere più fluide ed efficienti le regole si cerca di stroncare il nuovo, sono 20 anni almeno che ci provano coi blog, con i diritti d’autore e con molto altro.
Comunque, oltre al guidatore che ha offerto il passaggio, persona cortese e ottimo conduttore del veicolo, vi è un altro passeggero, produttore e autore televisivo, di un canale minore, un circa 60 enne che tenta disperatamente di mantenere tonico il suo corpo con la palestra, la depilazione e un’improbabilissima tinta di capelli. Io l’ho capito a 30 anni che è meglio rasar via tutte le piazze e i riporti, è più dignitoso.
Dopo un inevitabile oretta di rocamboleschi racconti di “figa” (scusate il razzismo a rovescio, ma a volte gli etero sono proprio noiosi, come se io ogni volta che incontro qualcuno parlo subito di cazzo), comunque io guardo il paesaggio, ma attivo l’orecchio quando parte un pistolotto su come la cultura in questo paese sia degradata e su come nessuno sappia più fare il proprio mestiere e la tesi è che la colpa di tutto questo sia la rete, perché tutti si improvvisano e la vera professionalità non esiste più.
Qui intervengo, faccio gentilmente presente che inevitabilmente molte figure professionali sono destinate a scomparire, è così ogni volta che un’innovazione tecnologica si affaccia nel mondo, che forse il problema è l’eccessiva velocità con cui questo accade, ma in ogni caso la rete è anche una grande opportunità di farsi conoscere professionalmente e artisticamente senza dover passare da ambienti e figure professionali talmente autoreferenziali che se non sei amico di o conoscente di, nessuno ti caga.
Poi gentilmente faccio presente appunto che forse il problema sono proprio queste persone nei posti chiave di questo paese che  hanno una imprescindibile attaccatura alla poltrona e non mollano spazi e idee ormai preistoriche, convinti che il mondo non cambi. Ci metto dentro politici, intellettuali, giornalisti e quant’altro.
Mi risponde che lui prima quando faceva i colloqui di lavoro se si trovava davanti un fotografo era sicuro di avere davanti un fotografo, mentre ora spesso si ritrova tra le mani dei cialtroni improvvisati.
Soavemente chiedo “ma scusa tu quando fai un colloquio di lavoro e prima di decidere, non fai una verifica, basta andare su google e digitare il nome del professionista o presunto tale, anzi se è un professionista sarà lui a darti la sua pagina, il sito o il blog. Certo un margine di rischio esiste sempre, ma esisteva anche prima mi pare.”
Cambia argomento, evidentemente non lo fa. Mi piacerebbe chiedergli quanto offre di compenso e i tempi di pagamento, ma non oso così tanto, il mio scopo è arrivare a Trani, non litigare con uno sconosciuto.
Poi parte finalmente col colpo da maestro, parla del suo lavoro e del programma che sta preparando, un “talent show”, (originale!) e finalmente individuo il canale di cui parla, uno di quelli che di norma sul telecomando bypassi in automatico perché la programmazione è semplicemente inguardabile e dal suo nuovissimo tablet bianco mi fa vedere la pagina con una foto di uno studio televisivo, due sgrillettate in minigonna giropassera con tacco 12, stile tangenziale est, un presentatore bolso e un ragazzo carino e muscoloso, evidentemente gay, che dovrebbe allietare l’eventuale pubblico femminile.
Anche qui censuro il mio sarcasmo con grande fatica, mi sento come se dovessi fare un’immensa scoreggia quando sono in un aula a fare lezione e quindi devo trattenermi, poi soave, si lascia scappare “no perché quelli che partecipano al programma pagano!.”
“Come pagano?? Ma.. non ti fai pagare dagli sponsor? Ma poveri!”
Non risponde.
Poi come ultimo atto ci fa ascoltare diverse telefonate alla ricerca di una camera in un B & B, ad Agosto ed ovviamente non trova un cazzo, gli anni 70 e 80 sono passati e non programmare ste cose oggi è semplicemente impossibile. La cosa davvero deliziosa è che sento con le mie orecchie la seconda o terza di queste telefonate, quando è chiaro che non troverà la camera, “scusi non avete una camera da martedi 23, sa io lavoro per la televisione, per il canale XXXXXX, magari potrebbe invitare qualche anziano ospite a lasciare prima la camera”. La voce femminile dall’altro capo del telefono risponde gentilmente “no guardi che non si può”, lui ridacchia, un po’ scherza, ma molto no.
Non è che sia stato una persona davvero sgradevole, ma ho pensato che è talmente rappresentativo di questo paese, di chi dovrebbe innovare, ricercare e presumibilmente correndo un certo rischio anche guadagnare e invece vive nell’altro ieri, demonizzando tutto ciò che cambia, con una discreta dose di arroganza. In milanese si chiamano “Bauscia”, ma purtroppo nei posti chiave, questo sembra essere lo standard.
Poi faccio il viaggio di ritorno, con una coppia di fidanzati, che offrono il passaggio, di 26 anni circa, di Milano e una ragazza di 23 di Brescia. Intelligenti, simpatici, colti, ironici, gentili, pieni di interessi e faccio un viaggio divertentissimo, pieno di aneddoti e di idee originali e allora mi chiedo, ma siamo proprio sicuro che il problema di questo paese siano i giovani, che non hanno voglia di fare le cose? Secondo me la generazione perduta è la mia e ancora di più quella che la precede, soprattutto perché sono irrimediabilmente attaccati alla poltrona e alla loro visione del mondo..
LaMarchesa13

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