OPINIONI: Christo, passerelle sul lago e l'arte

àr·te
sostantivo femminile
Qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva.
Christo il controverso artista, famoso nel mondo per essere uno dei maggiori esponenti della Land-art, l’arte che interviene sul paesaggio. Nata negli anni 60 negli Stati Uniti, si caratterizza per le dimensioni e per lasciare un segno visibile e determinante sul paesaggio, solitamente in aree desertiche e comunque di grandi dimensioni. Christo è diventato famoso per avere impacchettato in giro per il mondo, palazzi e monumenti e oggi ha realizzato la passerella sul lago d’Iseo, che tanto sta facendo discutere e che tenore di discussioni!
Due gli argomenti più gettonati, il primo rifritto nella sua banalità, ma “questa non è arte”, il secondo “che schifo, tutta quella gente che mangia il gelato e fa le code, è solo un’operazione commerciale…”
Quando si parla e si giudica l’arte, si entra in un terreno insidiosissimo, al contrario della matematica, che nella perfezione dei numeri, ha la conferma inequivocabile delle tesi che sostiene, l’arte è qualcosa che si intreccia così tanto con  il gusto personal e il retroterra culturale di ciascuno, che si finisce sempre per fare delle risse, anche tra i critici più blasonati, perché non sono dimostrabili inequivocabilmente le tesi sostenute, che restano quindi opinioni.
Bisognerebbe sempre andarci piano quando si parla d’arte e soprattutto informarsi. Il giudizio peggiore che ho letto su FB è stato, “quella non è arte, l’arte è un quadro, i colori, la scultura” e citava che nemmeno la “merda di artista” di Manzoni è arte.  Bon finita così.
Complimenti, per l’approfondita analisi e se è vero che a mio avviso l’arte debba essere patrimonio di tutti e quindi che possa essere fruibile anche se non conosci il percorso culturale  dell’artista, se non ti piace devi dire “non mi piace” perché è la tua opinione personale e nasce dal tuo gusto e dalla tua cultura, ma non si può dire “quella non è arte”, perché nessuno può dire con certezza che non lo è. E’ un giudizio affrettato, superficiale e presuntuoso, manco a dirlo.

"Il significato dell’opera? Nessuno: sedetevi sulla passerella e godetevi i suoi dolci movimenti".

A me Christo non ha mai entusiasmato, ma per poter scrivere questo articoletto, ho cominciato ad informarmi sul suo lavoro e devo dire che sto scoprendo, punti di vista e pensieri che mi stanno facendo cambiare idea, purtroppo in questo paese, la formazione artistica semplicemente non esiste e siamo rimasti come "occhio", alla figura classica ed è già tanto se accettiamo l’astrattismo di Kandisky, ma signori parliamo  degli anni 20 del secolo scorso, quasi cento anni.  L’arte contemporanea un po’ va conosciuta per capirla e apprezzarla, (a questo proposito vi consiglio di leggere OCCHIO CRITICO di GUIDO BALLO – Ed. Longanesi – uscito nel 1966, se pur così datato è un testo meraviglioso per guardare l’arte contemporanea,  con un occhio diverso dalle nostre abitudini consolidate).
Il gusto personale resta comunque valido, per esempio io odio gli Espressionisti, facevano un’arte disordinata, brutta, che faceva della bruttezza  il suo punto di forza, ma non posso negare il valore che ha avuto nel periodo storico in cui è nata e si è sviluppata e il senso che l’ha accompagnata. A me non piace, tutto qui, ma non posso arrogarmi il diritto di dire che non è arte.
Ho sempre odiato tutta l’arte e la letteratura prodotta prima del 900, così a pelle, avendone una conoscenza superficiale dai pochi studi scolastici e dalla visione di qualche libro, ed ho sempre amato smodatamente le produzioni contemporanee, sono impazzito di godimento la prima volta che ho visto i tagli di Fontana o i sacchi lavorati col fuoco di Burri. Poi sono andato a vedere i film di Peter Greernaway e grazie a lui ho cominciato a “vedere” i quadri di Vermeer e di “Caravaggio” ed ho scoperto l’arte  del passato e non scorderò mai la visita alla Pinacoteca di Brera dove avevano appena restaurato la Pala di Brera di Piero della Francesca, rimasi incantato per ore, così come davanti alle opere di Burri. Quindi informarsi e provare cose fuori dalle nostre abitudini consolidate è sempre consigliabile, perché può farti conoscere un modo nuovo di vedere e sentire, soprattutto per l’arte, al limite poi si può sempre dire “non mi piace”, appunto.
L’altro argomento tanto discusso è che è una cosa indicibile perché è commerciale, ci vanno le masse…
Ma come si è detto da tutte le parti che l’arte è diventata autoreferenziale, che non sa più parlare col popolo, che è elitaria e snob e quando un’artista spende 15 milioni di euro, di TASCA SUA, senza prendere un centesimo di soldi pubblici, rivitalizza una zona turistica, tra l’altro meravigliosa già di suo, fa vivere un esperienza che immagino sia inusuale e anche emozionante e in più fa lavorare  750 persone..  non va bene, è di massa, schifo!
Minchia che due palle! Io non ci vado a vederla la passerella sul lago perché non sopporto le file e le masse appunto, ma se fossi sicuro di beccare un giorno praticamente deserto ci andrei, ma cavoli: plauso a Christo, dovremmo baciare le acque su cui cammina e se ci guadagna e immagino di si, buon per lui, non vedo cosa ci sia di sbagliato. Sono andato a leggere un po’ le motivazioni di questo suo progetto e riporto le testuali parole da un articolo del Corriere (Si qualche volta ci incappo nel "Corriere della Sega”):
Wolfgang Volz, stretto collaboratore dell’artista, spiega come è nato The floating piers:  da anni pensavamo a qualcosa del genere, ci ha colpito l’atmosfera carica di nostalgia del lago ma anche il fatto che non sia preso d’assalto dal turismo. Il significato dell’opera? Nessuno: sedetevi sulla passerella e godetevi i suoi dolci movimenti”.
Ecco è tutto qui, godetevi i suoi dolci movimenti in un paesaggio bellissimo, da un punto di vista del tutto inusuale! Non trovate che sia meraviglioso, io si e sinceramente di stare a disquisire se è arte o no mi pare una cazzata inutile, già perché un’altra minchiata comunissima, la domandona da mille punti, rispetto ad un opera d’arte è “ma cosa vuol dire?”
Quando facevo il pittore (si ho fatto anche questo e lo faccio ancora anche se molto meno), la cosa che mi faceva andare più fuori dai maroni era  “ma cosa vuol dire?” e la risposta paziente era sempre, "se un quadro le piace è perché ha trovato qualcosa che la riguarda e quindi quello che vi vede è il suo significato, per me è importante che sia bello e che quando uno lo guarda goda", punto.
In conclusione, perché quando si fa qualcosa di bello nel nostro territorio e camminare sul lago male non deve essere, non ce lo godiamo e basta, pensando anche agli inevitabili vantaggi che questo comporta, senza fare sempre i soliti provinciali, dalle quattro idee ristrette??
LaMarchesa13
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