Il post del Negroni Sbagliato e la camicia sintetica

E sono li, con il mio Negroni in mano, a fine serata, ho ancora addosso la camicia talmente sintetica che sembra di aver su un sacchetto di plastica, ma che è talmente sberluccicante che in scena viene benissimo, non la sopporto più ma non ho voglia di andare a cambiarmi, voglio godermi il casino finale, la gente che saluta, chiacchiera, i gruppetti che si formano. Sono soddisfatto, perché lo so che è andata bene, mi godo il drink, mi piacerebbe anche fumarmi una sigaretta ma non si può, dentro. Lo spettacolo è finito, nel camerino microscopico dove si sono cambiate sei persone, pare sia esplosa una bomba fatta di parrucche, tacchi, collane, borse, pantaloni, cinture, ombretti, occhiali, boa di struzzo.. ci ho provato a tenere ordine ma al secondo numero tutto è andato per conto suo.
Sono li che osservo il brulicare di voci, i capannelli di persone, la Baronessina che parla con tizio e con caio, Il Neve vicino al bar che chiacchiera con una coppia e improvvisamente mi chiede “hai un biglietto da visita” e io ormai stordito e stanco con la schiena che urla vendetta (l’effetto tacco sommato a stanchezza si fanno sentire) rispondo “Eh?”
“Marchesa, uno dei nostri biglietti da visita!!” Corro in camerino e in mezzo a quel casino riesco a recuperarli e li consegno alla coppia in questione. Subito dopo uno spettacolo, al contrario della Baronessina, non ho molta voglia di parlare con le persone, mi piace stare a lato ed osservare, ma non posso sottrarmi troppo, arrivano un paio di amici a complimentarsi, poi una tizia di Lodi che mi dice che lei è venuta per curiosità e però non si aspettava uno spettacolo così bello, mi chiede di dove siamo e dove faremo altri spettacoli. Penso si che è andata bene e penso anche, porca vacca, che la pubblicità funziona, gli spot e tutte le minchiate che ci inventiamo ogni volta ormai portano i loro frutti, si siamo diventati discretamente bravi a fare marketing sul web. Incrocio le ragazze Erica e Denise, che sono state bravissime, e le vedo raggianti e soddisfatte e dico loro “adesso capite che tutto lo sbattimento di due mesi, l’enorme sbattimento è per poter provare questo momento qui, gli applausi finali e poi questo?”. Erica dice “si”, poi un altro turbinio di persone e di complimenti.
Un amico che ci segue proprio dagli inizi, mi dice che abbiamo fatto un’ enorme miglioramento, si è divertito tanto e io ricordo benissimo quanto eravamo imbranati all’ inizio. Piano piano la gente sfolla, il locale si svuota, restano i proprietari. L’aria è sempre frizzante ma si vede il velo della stanchezza che cala su tutti, a me prende una fame assurda, ma non voglio approfittare della gentilezza di chi ci ospita e chiedergli qualcosa, mi sono gia beccato il panino prima di cominciare, 2 sciottini di vodka e il negroni sbagliato che ho in mano, mi pare sufficiente.
Col proprietario andiamo fuori a fumare e mi racconta che lui ha lavorato una vita nella gestione logistica e poi grazie ad un evento sgradevole si è reso conto di avere sbagliato, di avere sprecato una parte della sua vita e che anche se ha una certa età (più o meno come la mia), adesso si è messo a fare altro, teatro, il clown, l’improvvisazione, il locale  ed è un'altra persona. Io rispondo che lo capisco, ho fatto più o meno lo stesso, diversi amici storici non hanno molto compreso questa mia scelta di salire sul palco alla mia età, l’hanno considerata una follia, una mancanza di preoccupazione per il futuro, probabilmente ho l’animo della cicala, ma non mi sono mai sentito così bene come da quando faccio questo, ma quel bene generale, strutturale, che anche se le difficoltà, le brutture e i problemi non mancano, tu non provi più quella sorta di angoscia sottile che ti accompagnava sempre. Io ci sono stato dall’ analista, ben 3 anni, un’esperienza intensa, bella, dolorosa e forse è il meccanismo che poi mi ha portato qui, ma posso affermare, che fare spettacoli, occuparsi della radio, del blog, della web serie, è molto meglio dell’analista e costa anche meno.
Ai ringraziamenti ci ha pensato il Perfido Neve col post di Domenica scorsa, che condivido in ogni sua sillaba, però mi sovviene che in tutti questi ringraziamenti che facciamo anche dal palco, dimentichiamo sempre di ringraziare chi scrive i testi degli spettacoli e cioè il Perfido stesso, che in quanto a scrittura teatrale e da cabaret è bravo, chi sa leggere tra le righe noterà che dietro all’ apparente leggerezza dei nostri testi vi è in realtà una grande raffinatezza, ci sono dettagli e sfumature che indicano una mente sofisticata e complessa, che sono termini che rappresentano perfettamente il personaggio Neve, rivestite poi da una strato di perfidia dissacrante che è una cifra che io amo tantissimo e a quanto pare anche il pubblico. L’aver scelto di non basare i nostri spettacoli sul doppio senso sessuale, come il 98% per cento degli intrattenimenti che contengono la parola DRAG, sta pagando, anche se all’ inizio è stata dura, molte persone ci hanno accusato di non essere abbastanza Drag, cioè aderire ad uno schema e noi che “ce ne fregasse qualcosa”, come ultima mossa abbiamo messo in uno spettacolo Drag, tre donne e una sola drag e una cosa “indefinita” come me, che quando metto i tacchi in scena poi ci cado pure, proprio da copione.
Ma mica che lo facciamo per andare contro gli schemi o per dire quanto siamo diversi o per fare i moralisti e che proprio ci viene così, che è proprio nella nostra natura. Tempo fa siamo stati scartati da un contest Drag, con la motivazione che eravamo troppo poco Drag, che c’erano troppi uomini in scena vestiti da uomini e insomma non c’erano abbastanza trucco, trampoli, parrucconi e tutto quello che segue (preciso che non ci eravamo mica presentati noi, ci avevano contattato loro) e pensare che da subito la Baronessina ed io abbiamo sempre scelto uno stile minimalista e con una certa eleganza di fondo, tanto che l’unica volta che la Baronessina si è fatta truccare da una persona che aveva in testa quell’ idea di Drag, prima di entrare in scena e guardandomi con un’ espressione tipo “COSA MI HANNO FATTO!!” , “mi ha chiesto cosa ne pensi Marchesa?” e io gli ho risposto “Eh sembri una battona della tangenziale est”. Inutile dire che non esiste un’immagine nei nostri archivi di quella serata. Per questo adoriamo il nostro costumista Carlo Antinori, lui è riuscito a creare costumi ricchi e teatrali senza stravolgere la nostra indole.
Noi siamo contenti di essere così e di avvicinarci sempre più al cabaret, al teatro e al musical col nostro lavoro, in realtà la cosa che più ci preme è far divertire e soprattutto ridere, chi ci segue, sia sulla rete che in palcoscenico. Quindi un saluto e al  prossimo spettacolo che tra l’altro è a Dicembre, a Milano, vi daremo prestissimo delucidazioni.
La Marchesa13

#spettacolo #drag #primopiano #lodi #amelie #cabaret #dragalieintour

Licenza Creative Commons Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale

Commenti