OPINIONI: Un Pride venuto male



Foto COCO MAX
POSTILLA DI OGGI 2 LUGLIO: come immaginavo ho ricevuto qualche critica, una su tutte, mi si rimprovera di non aver scritto che comunque c'era una bella atmosfera, e un clima di festa, e che la manifestazione è stata un successo, il che per dovere di correttezza è vero, è stata una mia mancanza non segnalarlo. Il resto di quello che ho scritto rimane. Buona lettura.
 
Non amo scrivere pezzi critici, ma a volte non è possibile fare diversamente, tanto più su una manifestazione che sento per me e per i Gay in generale piuttosto significativa.

Un caldo africano, la solita sfilata con più o meno apparecchiature divertenti, alcune geniali, alcune brutte, alcune pacchiane, ma come ho sempre dichiarato, siccome il cattivo gusto è diffuso in tutti gli strati sociali, non vedo perché i Gay devono presentarsi in giacca e cravatta durante il Pride.

Comunque bene o male la manifestazione si è svolta, con incredibile lentezza, perché eravamo davvero in tanti, ho sentito parlare di oltre 200.000 persone, ma lascio ad altri la verifica di queste cifre.

Fino a qui tutto bene, la Baronessina ed io col nostro gruppetto di amici, ci siamo staccati un po’ prima del fine sfilata in Porta Venezia, per andare a rifocillarci in un locale di via Lecco, prima che il fiume di persone cominciasse a riversarsi nei locali, per bere e mangiare, e abbiamo fatto bene, siamo riusciti a sederci, a fare un aperitivo, spiluccare qualcosa, prima che la massa rendesse arduo farlo. Poi ci siamo recati in Porta Venezia, con l’intento di ballare la buona musica che fino a due anni fa ho ascoltato al Pride (l’anno scorso ho saltato quindi non so come è andata), sapendo che comunque prima ci sarebbero stati gli interventi di Arci Gay e associazioni varie, e qui sono cominciate le sorprese, sgradevoli devo dire.

Faccio autocritica, avrei dovuto leggere il programma della manifestazione, forse avrei evitato quello che invece ho vissuto, ma tant’è.

Arriviamo sotto al palco, con tanto di megaschermo e sorpresa delle sorprese, chi troviamo a cantare e ballare, come icona gay?

JO SQUILLO, si avete letto bene! D’accordo ai gay piacciono delle icone un po’ trash, ma c’è un limite a tutto. Va detto che la Signora si porta la mezza età in maniera splendida è ancora in forma e sgambetta alla grande, ho sempre ammirato le sue capacità manageriali e imprenditoriali che ha riversato nel programma di moda che è girato in tv per anni, ma diciamolo onestamente, come cantante faceva schifo da giovane e fa schifo ancora adesso, infatti non si è smentita, simpatica è simpatica, ma la musica è altro.

Poi scopro, con somma gioia che c’è DRUSILLA FOER, aspettandomi di assistere ad un suo numero o anche più di uno, invece no! Drusilla presenta, magari ha fatto un numero prima che arrivassimo noi, non lo so, però mi viene spontanea una domanda, Drusilla, ha doti canore straordinarie, un’ eleganza assoluta (infatti nel suo completo, pantalone e blusa rosso fuoco era magnifica), una capacità sul palco fuori dall’ordinario (parlo con cognizione di causa, l’ho vista al suo spettacolo a Milano, ELEGANZISSIMA) e voi fate cantare Jo Squillo? Bho, io avrei dato il palco a Drusilla e bon, ma sono opinioni.

Poi iniziano gli interventi delle varie associazioni, Arci Gay, Milk, Agedo, e uno speciale spazio ai Gay sordomuti, ottimo, mi appresto a sentire gli interventi e qui casca l’asino. In pratica tutti hanno ripetuto più o meno gli stessi quattro concetti, l’amore è universale, le discriminazioni, noi siamo in tanti, in una società civile non ci devono essere differenze ed esclusione, l’italia è ancora molto discriminatoria (Ho fatto una sintesi, ma più o meno il sunto è questo, tranne per la portavoce del Milk, di cui non sono riuscito a capire niente, semplicemente perché mentre parlava non si sentiva, ho capito solo la parola transgender). Ora tutto sacrosanto, ma direi che ne bastava uno, al quarto intervento che ripeteva sempre gli stessi concetti gli episodi di orchite erano aumentati in modo esponenziale e la parola retorica mi risuonava nella testa, perché a mio avviso i gay hanno molti altri problemi che non sono stati minimamente citati.

Se è vero che i gay soffrono per discriminazioni e episodi di violenza è anche vero che in una città come Milano, i gay in moltissimi ambiti, non hanno grandi problemi,  si possono unire civilmente, (una delle poche cose buone che han fatto i governi precedenti, va riconosciuto), ma di fatto non possono farlo, perché non hanno un lavoro, non possono permettersi una casa, non possono accedere ai servizi sanitari pubblici in tempi accettabili. Con tutti i contratti di lavoro precari, non potranno avere diritto ad una pensione dignitosa, come tanti italiani etero, del resto. Ne ho citati qualcuno, ma mi sembrano problemi enormi o i gay sono tutti benestanti? Non so, riconosco gli enormi meriti dell’Arci Gay Italiana, per la conquista dei diritti, ma mi pare che negli ultimi anni abbiano perso un po’ il contatto con la realtà.

Poi va detto, dal palco è stata gridata una falsità totale, e cioè che il governo ci vuole togliere i diritti acquisiti, ed è un falso, semplicemente nel contratto di governo i gay proprio non se li caga nessuno, non ci sono, non si parla di estendere i diritti, ma non si parla nemmeno di togliere le unioni civili. Per poter permettere la nascita del governo, si sono accuratamente evitati i temi etici, perché le due forze politiche non avevano punti in comune, questo è, quindi gridare che questo governo vuole togliere i diritti è un falso, tanto che dopo l’uscita infelicissima di un ministro ultracattolico, che le famiglie gay non esistono, gli è stato subito ricordato che sono sue opinioni e l’argomento non è previsto nel programma. Piuttosto lamentatevi del fatto che non sono stati previste estensione di diritti ai gay, o una legge contro l’omofobia, questo si che è vero!

Una cosa buona, va detto è stata la possibilità di fare il test Hiv immediato con la saliva, in appositi corner, ottima iniziativa, che a mio avviso andava supportata con un intervento sul palco, per ricordare che il numero di contagi è ancora altissimo, soprattutto tra i giovani, che occorre attenzione, e se non si muore più di questa malattia, non è proprio una passeggiata impasticcarsi per tutta la vita per non morire, effetti collaterali annessi.

Può darsi che alcuni di questi argomenti siano stati fatti prima che noi arrivassimo, ma dal contesto e dalla dinamica degli interventi fatti mi pare di poter affermare che non sia così.

A questo punto arriviamo al clou, gli ospiti musicali specialissimi! Chi sono? Aprite bene bene gli occhi per leggere: Benji e Fede!

Non avevo nessun preconcetto su questi due, anche perché non sapevo nemmeno che esistessero, ho letto il nome qui e là, ma ho sempre pensato da stordito quale sono, che fosse il titolo di un cartone animato giapponese, invece scopro che cantano, anzi no, che stonano sul palco. Dei due ricordo solo il cantante, con una cofana azzurro argento in testa, che ha fatto una specie di rap stonando in maniera imbarazzante. E intanto guardavo Drusilla Foer e pensavo, fate cantare lei, vi prego!

Ma sopporto tutto stoicamente, in attesa del dj set, che invece non c’è! Alle 9 finisce tutto e a fatica scopriamo che ci sono due dj set, uno in fondo a via Lecco, dietro ad una chiesa, in una piazzetta piccolissima, con la musica ad un livello bassissimo, evidentemente imposto dal comune, e due tizi che si agitano sul palco, stonando in maniera ancora più imbarazzante di Benji e Fede e un altro dove ci rechiamo subito, sulle scalinate che da via Vittorio Veneto portano ai bastioni. Ma secondo voi, geni pontieri, come si può ballare su una scalinata, una musica bassissima? Ho ceduto le armi e sono andato a bere l’ultimo drink in uno storico bar gay, troppo vuoto (era troppo presto) e me ne sono tornato a casa con un livello di nervoso davvero notevole.

Per quanto mi riguarda, la differenza tra l’amministrazione Pisapia e l’amministrazione Sala è abissale, la prima ci consegnava la città o almeno una sua porzione, facendoci ballare e divertire fino all’una di notte per strada, con musica a livello adeguato e credo che questo sia una dimostrazione di accettazione, e simbolicamente molto più efficace di tante parole. Avremo disturbato i residenti, indubbiamente, ma per una notte all’anno mi pare perdonabile. Sala invece si è tanto fregiato per il ritorno di immagine, dichiarando il suo orgoglio sui social per la manifestazione, ma ha imposto limiti che di fatto l’ hanno azzoppata, una specie di coito interrotto.

CONCLUSIONI: il prossimo anno mi leggerò il programma con il microscopio e se si ventila un’organizzazione simile a quest’anno e ospiti di cotanto spessore, di certo non parteciperò.

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