REGOLA PER SOPRAVVIVERE (3): Io sono Leggenda


Domenica 1° Marzo: giorno bigio, grigio, col cielo basso, fa freddo e pioviggina. Vado a correre, esco, perché sono chiuso in casa da giorni e ho perso il senso del tempo. Non che la mia vita sia cambiata molto, sto in casa molto già di mio. L’unica differenza è vedere Milano mezza vuota. Persino l’aria è strana, sembra più pulita del solito.

Come è bella, quasi deserta, mi ricorda un quadro di de Chirico, assume contorni metafisici, con questa luce color metallo, i palazzi nuovi del portello, si stagliano nel silenzio e sono bellissimi. Così poche macchine. E tutte le attività dei cinesi chiuse. Il ristorante sotto casa, dove si mangia bene ed è anche pulito, ha appeso un laconico cartello stampato, in italiano perfetto, che recita: si avvisa la spettabile clientela che da oggi a data da destinarsi, il ristorante effettuerà soltanto consegne a domicilio. Così i negozi di manicure, tutti chiusi, i bar invece chiudono dopo le 7 di sera, anche se l’ordinanza di chiusura serale non c’è più. Non ci va nessuno o troppo pochi, per tenerli aperti. Non ho mai sentito un moto di comunanza tanto forte coi Cinesi, sono stati massacrati da questa vicenda. Li sento Italiani come me, anche se diversi da me, per costumi e cultura. Non che per le attività italiane vada meglio del resto.

Intanto la mia corsa prende il ritmo, i passi si fanno leggeri e scivolano sul terreno, come mi hanno insegnato a fare tanti anni fa. Se sai come correre, la tua tenuta aumenta esponenzialmente e tu entri in uno strano stato di benessere dato dal movimento che si sincronizza col respiro e coi pensieri, che scivolano liberi dove cazzo vogliono loro. Adoro correre con la musica nelle orecchie e da quando ho le cuffiette senza filo, è una meraviglia, niente fili che ti intralciano e movimenti liberi. Le poche persone che incontro non hanno più lo sguardo impanicato, ora hanno lo sguardo triste. Adesso che i media, hanno cominciato a cambiare narrazione e si comprende che il virus non è letale, tutti si stanno rendendo conto della sberla economica che ci sta per arrivare addosso, e sono preoccupati, lo sono anche io. Del virus non me ne è mai importata una sega, mai avuta paura, mi sono semplicemente informato e poi ho ragionato, ho collegato gli elementi, sono stato razionale. Con gli anni la mia razionalità è aumentata, guida le mie azioni più di tutto il resto. Ha fatto molti danni il mantra di esprimere le proprie emozioni e se stessi ad ogni costo, tanto che ormai tutti, complici i social, ti ruttano addosso la loro parte oscura, primitiva e ignorante. Io non sono ignorante, penso, ragiono, resto calmo e ne sono orgoglioso. Una società civile non può esimersi dal mantenere una certa forma, un certa educazione condivisa, altrimenti non è più civiltà, diventa barbarie.
Del resto sono 30 anni che la tv passa il messaggio che se sei stronzo, arrogante e soprattutto mediocre, sei te stesso e sei figo. Infatti ci facciamo governare da trent’anni da gente così. Continuo la corsa e mi sento il proprietario della città, in certi tratti, dove proprio non c’è nessuno mi sembra di essere il protagonista del romanzo: “Io sono leggenda”, di Richard Matheson, da cui hanno tratto un film stupendo, ma non quello roboante e super effettato con Will Smith, quello originale degli anni 60 con Vincent Price, in bianco e nero, girato al quartiere EUR di Roma (Col titolo “L’ultimo uomo sulla Terra”). Ho sempre amato i film in bianco e nero. C’è un virus appunto che ha trasformato l’umanità in vampiri che escono solo la notte e Vincent è l’unico essere umano rimasto normale, di giorno si attrezza per sopravvivere, costella la casa di collane di aglio e specchi, e la notte si blinda in casa, subendo gli attacchi dei vampiri. La parte più bella è di giorno, dove tutto è deserto. Oggi sembra quasi così, e dato il colore della luce sembra pure un film in bianco e nero. Al parco non c’è nessuno, o quasi, tranne una coppia che corre come me, incrociandoli mi accorgo che sono ultrasessantenni e probabilmente sposati, corrono sereni, ci guardiamo e ci facciamo un cenno di saluto. Mi piacciono, sembrano intelligenti, mi piacciono le persone intelligenti, quelle che non fanno mai casino inutile.
C’è anche una terza persona, un tipo di mezza età, infagottato, con uno zainetto in spalla, ha lo sguardo cattivo, cammina senza meta e gira per il parco è inquietante, cambio strada, salgo su questa specie di collinetta, non so come meglio descriverla e faccio un po’ di esercizi, flessioni, addominali, un po’ di stretching, poi comincia a farsi sentire la fame, è ora di tornare, perché dopo che ho corso mi viene una fame mostruosa e oggi mi aspettano gli gnocchetti sudtirolesi (non riuscirò mai a ricordarne il nome), quelli con patate e spinaci, conditi con burro e salvia, e parmigiano, io ci aggiungerò anche della pancetta, perché quando faccio attività fisica mi viene una voglia di carne assurda, con buona pace dei vegani.

Credo che non dimenticherò mai questi giorni, la presa di coscienza di vivere in un mondo mediamente di idioti, e la consapevolezza che non posso fare altro che accettare questa situazione e trarne il meglio possibile ove possibile. Dormite, letture, la compagnia del mio fidanzato, Netflix, scrivere e preparare cose buone da mangiare. Mi ricordo il detto di Aristotele: se hai un problema e hai la soluzione non preoccuparti, se non hai la soluzione cosa ti preoccupi a fare? Hanno ragione gli orientali, certe volte l’unica strada è l’accettazione.

Speriamo che ce la caveremo, forse sì, se smettiamo di fare gli idioti, soprattutto certi politici, almeno tacete, così non rischiate di sembrare gli imbecilli che siete.

Sono sotto casa è tempo di pranzare, buon isolamento a tutti.

M13

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